REM significa “Rapid Eye Movement” (movimento rapido degli occhi), e sta ad indicare il movimento operato dagli occhi durante questa fase notturna. Non solo i nostri occhi si muovono, ma anche il nostro corpo comincia a subire dei cambiamenti: il battito cardiaco accelera, la pressione arteriosa aumenta e il respiro diventa meno regolare.
Il sonno umano è caratterizzato da una struttura ciclica. Ogni notte si susseguono 4-6 cicli della durata media variabile di 60 o 90 minuti ciascuno. Ciascun ciclo ha una sua fase iniziale di sonno lento, chiamato fase NREM, a cui segue un’altra fase definita, appunto, REM.
Durante la fase REM abbandoniamo completamente il controllo del nostro corpo, attraversando quasi uno stato di paralisi muscolare, ma, al contrario, il cervello è in piena attività. Durante questa fase, il cervello scarta tutto ciò che considera di scarsa utilità, andando ad immagazzinare le informazioni e tutto ciò che invece ritiene significativi per far crescere le nostre funzioni cognitive, sensoriali ed emotive.
La fase REM del sonno è detta anche “sonno paradosso” perché è l’unica in cui si verificano i sogni. Il nostro cervello è infatti incredibilmente attivo, come se stessimo svolgendo un’attività intellettuale. Tuttavia, si verifica la paralisi dei muscoli volontari, su cui non abbiamo più controllo. In questo modo si evita che il corpo compia movimenti pericolosi ed incontrollati durante i sogni.
In questa fase, quindi, il sistema nervoso centrale si attiva in un processo di recupero e fissazione delle informazioni legate alla memoria, in modo da riprogrammare il cervello e scaricare, attraverso i sogni, tutte le tensioni e la negatività accumulate nella fase di veglia.
Nel 1953, due studiosi E. Aserinsky e N. Kleitman ipotizzarono la correlazione tra fase REM e sogni, scoprendo che nell’80% dei casi, i soggetti svegliati durante la fase REM ricordavano il sogno. Qualche anno più tardi, W. Dement confermò questi studi, scoprendo inoltre che la privazione della fase REM può provocare l’insorgenza di numerosi sintomi negativi.
Di conseguenza, un risveglio brusco dalla fase REM può causare confusione e disorientamento e, in alcuni casi, addirittura allucinazioni. Non andare nella fase REM per diversi giorni porterebbe a disturbi psichici e della personalità, allucinazioni e paranoia.
Un’altra scoperta scientifica ha dimostrato che, mentre infatti il sonno diurno non migliora l’apprendimento, durante la fase REM aumenta la sintesi proteica, che serve a consolidare i ricordi. Questo fenomeno, chiamato “Sleep Effect”, fa sì che ricordare qualcosa è più facile se si dorme la notte, senza interrompere la fase REM.
Sognare, quindi, non è semplicemente un gioco, ma un’attività cognitiva fondamentale per il nostro benessere.